Un giorno lontano, qualcuna che presto mi sarebbe diventata cara, com'e' ora evidente, piu' di me stesso, mi scrisse qualcosa del tipo "mi sai di vacanze...", e io ci rimasi un po' male, che' tante cose mi sarebbe piaciuto suscitare in lei, ma questo sembrava quasi un suo "non prendermi sul serio", e di certo non prendere sul serio tante cose di me che io amavo, e che di vacanza non sapevano mica tanto.
Ora che una lunga, pure se nel complesso piuttosto triste, vacanza la sto in un certo modo facendo, se non altro da determinate "scelte" e "responsabilita'", ripensando a quella bella stagione in cui lavoravo senza troppi pensieri sull'oggi o preoccupazioni sul domani e circondato da gente che mi faceva stare bene, riandando a quanto successo dopo penso che possa essersi trattato di uno dei piu' bei complimenti che mi siano mai stati fatti, a testimoniare uno dei piu' bei momenti che mi sia capitato di vivere. Che' siamo davvero tutti in "vacanza", quaggiu', a dimostrare nient'altro se non che possiamo vivere bene, con noi stessi e con tutta la meraviglia che ci circonda, oggi e fino a quando sara'... forse difficile da ricordare in un'uggiosa giornata londinese con del noiosissimo lavoro da sbrigare, ma non per questo meno vero... peccato solo che "andarsene in vacanza" da soli, a parte rari momenti di grazia, non sia mai troppo divertente, come d'altra parte anche la sopracitata sa e fa fin troppo bene, al di la' di generici proclami a proposito, di volta in volta, di "isole", "monolocali" e "solitudini"...
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