24 June 2006

On to Maui...

Oggi impegnativa giornata di "trasferimento". Bagaglio (sempre piu' pesante dopo impulsivo e variegato acquisto di fumetti da Vroman's) assemblato a tempo da record, che' l'esperienza si fa sentire, poi un saltino veloce in ufficio per scrivere 2 mail ... quindi ALLE 3 E MEZZA PM esco di corsa salutando il buon Dario al lavoro nell'ufficio accanto anche in questo sabato (f)estivo e parto per l'aeroporto con la sicurezza di un uomo che conosce le strade di LA come le sue tasche, dove difatti non trovo mai quello che cerco. Per una volta, pero', a parte forse un interessante fuori-programma in cui il nostro eroe cerca di "fotografarsi" assieme al cartello "Inglewood" (per poter poi mostrare agli amici una pessima foto ripetendo con ghigno idiota "Mattia Vaccari, Our Man in Inglewood", e chi non se lo ricorda peste lo colga!) e' davvero tutto facile, e in a matter of minutes mi trovo al terminal, dove pero' mi aspettano: coda al check-in dietro "scolaresca" in viola carico in partenza per chissa' dove, e sorpassato in direttissima da qualche attorone holliwoodiano che pareva Pierce Brosnan e invece chissa' di chi si trattava; coda al controllo bagagli dove la suddetta adolescente scolaresca trova il modo di far passare delle ore a tirarsi le scarpe (che qui ci si deve sempre togliere); coda allo starbucks del caso dove la scolaresca, qui unitasi ai loro fratellini piu' piccoli che erano evidentemente passati per primi, si intrattiene ordinando un centinaio di iced tea, mandando i camerieri (o commessi, o baristi, ma come diamine li chiami quelli che lavorano in quei posti li'!?) in apnea... be', comunque, 5 ore e 5 dollari di chinese chicken salad dopo, e' Maui, al Kahului international airport, noto agli americani amanti delle statistiche come l'aeroporto internazionale meno congestionato degli Stati, con attese tipiche al controllo bagagli di 2 minuti o giu' di li'... e in effetti, dalla finta capanna polinesiana che costituisce l'uscita ci vuole un quarto d'ora in tutto, compreso uno dei miei proverbiali mini-flirt con l'hawaiiana del caso, a balzare sulla mia Nissan Sentra, (admittedly meno coreografica della precedente PT Cruiser, ma non sottilizziamo, che' qui la tipica "economy car" e' piu' grande di tutte le macchine che mi sia capitato di guidare con una certa regolarita'!). A questo punto, guidando staaanco e distratto sulla pilani highway or whatever, passando la consueta pletora di burger king - home depot kentucky fried chicken - radio shack - mc donalds - target -foodland - etc - etc mi strofino piu' volte gli occhi e a un tratto mi rendo conto che non sono io a vedere a puntini ma che sono proprio le stelle : gia', ce ne si dimentica stando a LA... e naturalmente mi ci vuole una certa determinazione per non sforare in un'altra corsia o non fermarmi a guardare incorrendo nelle clacsonate altrui. Al Maui Oceanfront Inn la gente e' amichevole anche a quest'ora di sabato sera, nonostante i miei maldestri tentativi di compitare (che bella parola!;-) il mio "numero" di targa... faccio franare i miei bagagli sul letto e c'e' tempo giusto per verificare di essere miracolosamente isolato dal peggior casino dell'isola, un miglio piu' a nord, e di fare due passi in spiaggia, al secolo Keawakapu Beach, "The most romantic beach in Hawaii", as the saying goes, and it might very well be, at this time at night, con piu' stelle di quante io ne ricordassi anche a Mauna Kea, un pescatore della domenica con svariate canne piantate sulla sabbia e un paio di cagnotti, e io che mi stendo, vestito e tutto, ad ascoltare il ruggito del mare che la notte, da queste parti, e' un po' come una voce amica... bello, ma ora a nanna, domani bisogna mettere in pratica tutta la mia proficua lettura di guida e opuscoli!

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